Sostenibilità ambientale: Responsabilità etica e opportunità economica

30-10-2019

Negli ultimi anni più che mai si è imposta la necessità di far fronte alle sfide dettate dal cambiamento climatico.

Sfide che non riguardano unicamente la riduzione delle emissioni nocive, ma anche tutto quell’insieme di disuguaglianze sociali che da questo fenomeno scaturiscono, come ad esempio la degradazione di intere aree geografiche che comporta l’esodo di cosiddetti “rifugiati climatici”. In termini microeconomici, tutto ciò ha avuto però anche un’altra conseguenza, stavolta positiva: la creazione di un mercato completamente nuovo.

Al fine di verificare l’adeguamento alle normative nazionali ed internazionali, nonché la predisposizione e la volontà di un attore economico ad abbracciare politiche ambientaliste, molte aziende hanno iniziato ad offrire un servizio di consulenza in ambito socio-ambientale. Figure-chiave di questo settore sono gli environmental auditors e i sustainability analysts.

GMG Group ha deciso di fare chiarezza su alcuni dei concetti centrali del neonato mercato della sostenibilità, nonché sollecitare l’iniziativa di tutte quelle aziende che fossero interessate ad affacciarcisi. Per comprendere bene la portata di questo nuovo business, è bene partire dalla normativa vigente. Sicuramente le due macro-aree di standards cui fare riferimento sono gli SDGs (Sustainable Development Goals) e gli ISO 14000. I primi, 17 in tutto, sono stati promossi dalle Nazioni Unite nel 2015 e hanno varia natura (realizzazione di smart-cities, riduzione del cambiamento climatico, implementazioni di energie rinnovabili, ecc.).

Sebbene rappresentino delle linee-guida per l’attuazione di politiche sostenibili per qualsivoglia tipo di attore economico, è chiaro che il loro target di riferimento sia costituito dalle Nazioni, più che dalle singole imprese. Discorso diverso vale invece per i secondi: si tratta di norme tecniche stabilite dall’Organizzazione Internazionale di Standardizzazione, divisibili in alcune aree, tutte riconducibili alla sostenibilità ambientale. Queste rappresentano i margini entro cui un consulente ambientale dovrebbe operare. Le principali aree di riferimento sono:

Compito di un consulente ambientale è dunque quello di garantire al proprio cliente la conformità a tali norme. Il metodo più efficace per raggiungere quest’obiettivo è quello di sviluppare un Environmental Management System (EMS): una cornice organizzativa costituita da processi e pratiche atte a ridurre e monitorare costantemente l’impatto ambientale dell’impresa. Per quanto riguarda i vantaggi relativi alla compliance delle norme relative alla sostenibilità, essi sono riassumibili in 5 punti:

In conclusione è ormai chiaro che le società di consulenza e revisione dovrebbero dotarsi di un expertise adeguatamente formato nell’ambito della consulenza ambientale. Il costo dell’acquisizione di tale personale sarebbe infatti rapidamente bilanciato dai ricavi generati dall’ingresso in un mercato completamente nuovo ed estremamente proficuo, perfetto punto d’unione tra responsabilità etica e opportunità economica.

Dott. Enrico Tidu – ESG Dpt

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