Pmi e rilancio: un aiuto dalla finanza sostenibile

14-05-2021

Gli investimenti sostenibili rappresentano un’opportunità che le aziende italiane, piccole e medie, non devono lasciarsi sfuggire. L’ emergenza sanitaria Covid-19 sta inoltre puntando i riflettori su evoluzione sostenibile e investimenti sostenibili come asset di resilienza. E’ sempre più crescente infatti l’importanza ed il contributo che i rating ESG possono fornire al sistema finanziario.

Il rating ESG (Environmental, Social, Governance) è un giudizio sintetico che certifica la solidità di un emittente, di un titolo o di un fondo dal punto di vista delle performance ambientali, sociali, e di governance. È complementare al rating tradizionale, che tiene in considerazione le sole variabili economico-finanziarie: lo scopo è aumentare le informazioni disponibili e quindi migliorare le valutazioni e le scelte d’investimento conseguenti. I rating ESG vengono elaborati da agenzie di rating specializzate nella raccolta e nell’analisi di dati sugli aspetti di sostenibilità dell’attività delle imprese.

I processi di elaborazione dei rating ESG si basano sull’analisi di diversi materiali tra cui: informazioni pubbliche, documenti aziendali, dati provenienti da fonti esterne quali autorità di vigilanza, associazioni di categoria, sindacati, ONG, sopralluoghi presso l’azienda, incontri con il management ecc.

Non essendo ancora definita la regolamentazione riguardante l’universo ESG risulta quindi necessario uniformare gli standard relativi ai rating ESG utilizzati dalle best practice internazionali. In tal senso l’obiettivo univoco di tutti gli stakeholders (dalle imprese agli Istituti di Vigilanza) interessati da questo processo di sviluppo è quello di creare una cultura sulla sostenibilità che si estenda anche alle aziende più piccole dato che i grandi gruppi italiani si sono già allineati alle best practice del settore.

La Commissione Ue e altri organismi internazionali, inoltre, stanno lavorando a nuovi criteri e parametri ESG. L’obiettivo è quello di porre le basi per un impianto metodologico integrato, utile ad implementare un sistema di rating ESG “EU Compliant” che favorisca la comparabilità tra i diversi rating di sostenibilità. Una maggiore standardizzazione del quadro regolamentare consentirebbe infatti a favorire la trasparenza e il miglior funzionamento del mercato, così come previsto dalla Direttiva MIFID II e dalla NFRD in tema di disclosure, ma anche di allineare, di riflesso, le metodologie di rating verso giudizi comparabili. Alla luce di quanto detto, per avviare una nuova fase di sostenibilità del sistema finanziario, sarebbe opportuno rendere vincolanti le Comunicazioni integrative alla NFRD, sia dal lato delle imprese (e quindi del mercato) sia di riflesso dal lato dei soggetti valutatori (agenzie di rating).

Sono infatti le PMI a trovare maggiore difficoltà nel soddisfare la richiesta di dati ed informazioni proveniente dai regolatori europei volta a misurare l’impatto ESG dei propri business. Sebbene i maggiori data provider, come Refinitiv o Bloomberg, e le principali agenzie di rating, come Standard & Poor’s, abbiano sviluppato le proprie metodologie di ESG scoring, esse sono spesso divergenti e comunque calibrate su aziende di grandi dimensioni. Le Comunicazioni della Commissione Europea, che riguardano le informazioni non finanziarie relative al clima, sono senz’altro un ottimo punto di inizio per sperimentare una serie di metodologie e di migliori prassi che l’impresa dovrebbe integrare nelle relazioni societarie, adeguandosi alle politiche Europee sulla sostenibilità.

Inoltre, proseguendo il percorso di regolamentazione in tema di disclosure riguardante i singoli fattori E, S, e G, si giungerà ad un unico blocco normativo di riferimento, che conterrà, sia una tassonomia delle attività considerate sostenibili, sia una serie di requisiti minimi per la pubblicazione delle informazioni non finanziarie per ogni fattore ESG, con i relativi indicatori di riferimento.

Dall’altro lato, avendo già in cantiere un solido blocco normativo riguardante tutti i requisiti in tema di sostenibilità da adottare da parte delle imprese, sarà possibile anche stabilire delle linee guida per l’elaborazione di standard minimi di riferimento per la costruzione di metodologie di rating ESG, che diventino comparabili e rilevanti come nel caso dei rating ESG tradizionali. Questo percorso, così come auspicato dalla Commissione, dovrebbe proseguire incoraggiando contestualmente le imprese a dotarsi delle migliori prassi per la comunicazione delle informazioni non finanziarie, in considerazione della rapida evoluzione dell’industria ESG. Anche in questo caso, occorre, quindi, che venga svolto un lavoro congiunto tra regolamentazione e imprese, tenendo in considerazione la possibilità di quest’ultime di innovare e perfezionare le proprie metodologie di valutazione dei fattori ESG e del loro impatto sulla loro attività.

In conclusione, se da una parte le PMI stanno aumentando la loro sensibilità alle tematiche ESG allo stesso tempo hanno anche bisogno di linee guida definite per capire quali sono le aree da presidiare e le modalità con cui organizzare l’azienda per fare sì che il presidio sia efficace ed efficacemente comunicato all’esterno. Per le aziende italiane, gli investimenti ESG rappresentano un’opportunità di generare valore in una prospettiva di medio-lungo periodo, sostenuta dall’evoluzione regolamentare. Il beneficio maggiore per le PMI legato alla produzione di rendicontazioni di sostenibilità risiede nella crescita reputazionale.

Saper misurare e comunicare la propria attitudine a comportarsi responsabilmente può essere determinante per migliorare o consolidare il proprio percorso di crescita. L’obiettivo del regolatore europeo a tal proposito è quello di favorire la valorizzazione di questo comparto produttivo attraverso le tematiche ambientali e sociali, soprattutto ora che l’innovazione e la sostenibilità rappresentano un trend di portata universale.

GMG Group con la propria esperienza nel settore della consulenza, ha l’obiettivo di incrementare la capacità delle PMI italiane di essere leader del cambiamento sostenibile, stimolando la riflessione su nuovi paradigmi di creazione del valore attraverso gli investimenti ESG.

Dott.ssa Valentina Federici

 

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